Quando si parla di piano cottura a induzione, la prima domanda che ci facciamo tutte è sempre la stessa: ma quanto consumerà di corrente? È una preoccupazione legittima, soprattutto in un periodo in cui le bollette energetiche pesano sempre di più sul bilancio familiare. Noi di Notizie Donna abbiamo deciso di fare chiarezza una volta per tutte, andando oltre i luoghi comuni e portandovi dati concreti, calcoli reali e consigli pratici per capire se l’induzione conviene davvero.
Il piano a induzione rappresenta una delle innovazioni più interessanti degli ultimi anni nel mondo degli elettrodomestici, promettendo efficienza energetica, sicurezza e praticità. Ma come spesso accade con le novità tecnologiche, circolano molte informazioni contraddittorie: c’è chi giura che i consumi sono altissimi e chi invece sostiene che si risparmia rispetto al gas. La verità, come sempre, sta nel mezzo e dipende da molti fattori che andremo ad analizzare insieme.

Come funziona davvero il piano a induzione
Prima di parlare di consumi ed euro spesi, è importante capire come funziona tecnologicamente un piano a induzione, perché è proprio questo meccanismo particolare che determina la sua efficienza. A differenza dei fornelli a gas che producono una fiamma che scalda la pentola dall’esterno, o delle piastre elettriche tradizionali che si scaldano per poi trasferire il calore, l’induzione funziona in modo completamente diverso e molto più intelligente.
Sotto la superficie vitroceramica del piano cottura ci sono delle bobine di rame che, quando attivate, generano un campo magnetico ad alta frequenza. Questo campo magnetico non produce calore di per sé, ma quando una pentola con fondo ferromagnetico viene appoggiata sulla zona cottura, il campo magnetico induce delle correnti elettriche nel fondo della pentola stessa. Sono queste correnti, chiamate correnti parassite o di Foucault, che generano calore direttamente nel fondo della pentola attraverso l’effetto Joule.
Questo significa che il calore viene generato direttamente nella pentola, non nella piastra che resta fredda. Infatti, se appoggiate la mano sul piano a induzione acceso ma senza pentola, non sentirete calore. Questa caratteristica è fondamentale per capire perché l’induzione è più efficiente: non c’è dispersione di calore nell’ambiente, non si scalda l’aria intorno alla pentola, non si surriscalda la cucina. Tutta l’energia viene trasferita direttamente al cibo che stiamo cucinando, con un’efficienza che arriva fino al novanta percento, contro il quaranta-cinquanta percento circa del gas.
I numeri che contano: quanto consuma un piano a induzione
Arriviamo al cuore della questione con dati concreti e misurabili. Un piano a induzione domestico standard ha solitamente quattro zone cottura con potenze diverse: le zone più piccole vanno da milleduecento a milleottocento watt, mentre le zone più grandi possono arrivare a duemilatrecento-tremilaseicento watt. La potenza totale di un piano a induzione domestico si aggira quindi tra i settemila e i settemilaquattrocento watt, ma attenzione: questo non significa che consuma sempre tutta questa potenza.
La bellezza dell’induzione sta proprio nella sua capacità di modulare la potenza in modo molto preciso. Quando impostate un livello di cottura basso, il piano non usa tutta la potenza disponibile ma solo quella necessaria. Inoltre, i piani a induzione moderni hanno sistemi intelligenti che rilevano la presenza e la dimensione della pentola, attivando solo la porzione di zona cottura effettivamente coperta e regolando automaticamente la potenza per evitare sprechi.
Per darvi un’idea concreta, facciamo qualche esempio pratico di consumi reali. Portare a ebollizione un litro d’acqua con l’induzione richiede circa cinque-sei minuti e consuma circa zero virgola quindici kilowattora di elettricità. Per cuocere la pasta per quattro persone (che richiede circa venti minuti totali tra ebollizione e cottura) si consumano mediamente zero virgola tre-zero virgola quattro kilowattora. Una cottura lenta di un’ora a potenza media (tipo un ragù o uno stufato) consuma circa zero virgola otto-uno kilowattora. Una frittura veloce di dieci minuti a potenza alta consuma circa zero virgola tre kilowattora.

Quanto costa in bolletta: facciamo i conti insieme
I kilowattora sono importanti, ma quello che ci interessa davvero è quanto spenderemo in euro sulla bolletta. Il costo dell’elettricità varia molto a seconda del contratto che avete, della fascia oraria e del periodo dell’anno, ma per fare calcoli realistici possiamo considerare un costo medio dell’elettricità di circa zero virgola trentacinque euro per kilowattora, che è una stima abbastanza rappresentativa delle tariffe attuali per uso domestico.
Riprendiamo gli esempi precedenti e traduciamoli in costi reali. Cuocere la pasta per quattro persone costa circa zero virgola dodici-zero virgola quattordici euro a pasto. Se cucinate pasta tre volte a settimana, parliamo di circa uno virgola cinquanta-due euro al mese, quindi circa venti euro all’anno solo per la pasta. Una cottura lenta di un’ora costa circa zero virgola ventotto-trentacinque euro, quindi se preparate un ragù domenicale ogni settimana spenderete circa quindici euro all’anno per questo tipo di cotture lunghe.
Per avere un quadro completo, consideriamo una famiglia media di tre-quattro persone che usa il piano cottura per cucinare pranzo e cena ogni giorno. Il consumo mensile stimato si aggira tra i trenta e i cinquanta kilowattora, che tradotto in euro significa circa dieci-diciassette euro al mese, quindi centoventi-duecento euro all’anno. Questa stima include tutte le cotture quotidiane: pasta, risotti, verdure, carne, fritture e cotture lunghe.
È importante sottolineare che questi sono consumi medi e possono variare notevolmente in base alle vostre abitudini. Se cucinate molto, usate spesso cotture lunghe a fuoco alto o siete una famiglia numerosa, i consumi saranno più alti. Al contrario, se cucinate poco, usate molto il forno o mangiate spesso fuori, i consumi saranno inferiori.
Cosa pensiamo noi di Notizie Donna?
Possiamo dire che il piano a induzione rappresenta una scelta intelligente e lungimirante per la maggior parte delle famiglie italiane. I consumi, come abbiamo visto, non sono affatto proibitivi: parliamo di circa dieci-diciassette euro al mese per una famiglia media, sostanzialmente equivalenti o leggermente inferiori rispetto al gas. La differenza economica non è enorme, ma va nella direzione del risparmio, soprattutto se consideriamo l’efficienza energetica superiore.
I veri vantaggi stanno però nella qualità della vita quotidiana: velocità di cottura, precisione nella temperatura, facilità di pulizia, sicurezza e comfort termico sono aspetti che ogni giorno fanno la differenza quando cucinate. Sono quei piccoli miglioramenti che, sommati, rendono la cucina più piacevole e meno faticosa, lasciandovi più tempo ed energie per godervi il pasto invece di stressarvi ai fornelli.
Buona cucina a tutti!
Nota necessaria: I consumi effettivi possono variare in base al modello specifico, alle abitudini di utilizzo e alle tariffe elettriche del vostro contratto.
